domenica 4 marzo 2012

Il mio ricordo per Lucio Dalla




Dalla sua morte improvvisa di quel giovedì 1 Marzo a Montreux all’età di 68 anni, mi viene questo lampo spirituale di verità.
In un’epoca in cui si cerca solo di apparire, prima ancora di essere, la sua morte, morte di un artista umile, semplice e generoso, fa crollare tutta la montatura dell’epoca: quella che imposta la vita solo sulla carriera e sul successo.
Dalla non è stato un “carrierista”, anche se aveva i numeri per esserlo, la sua morte m’insegna a ridere della serietà portata all’estremo, di coloro che si attaccano alla carriera, alla loro posizione, tanto da credersi insostituibili.
Il mondo va avanti benissimo anche senza di noi che amiamo emergere a tutti costi, facendone una filosofia di vita.
E pensare che i cimiteri sono pieni di coloro che si ritenevano indispensabili, insostituibili….
Perché non liberarci da questa schiavitù che si chiama giudizio degli altri, esteriorità, carriera?
“Tutto è vanità (Q0 1,2)" “Passa la scena di questo mondo” (1CO 2.7,31)
Ecco: l’unica cosa che non passa è la mia coscienza: esclusivamente di essa sarà intelligente e saggio interessarmi.
La fede che ho in comune con Lucio, mi porta a credere che la sua speranza, oggi sia certezza, comparendo davanti al Regista più grande, che ci attende misericordioso nella comunione dei santi.

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