giovedì 29 marzo 2012

Filosofia antica e Sacra Scrittura




C'é relazione fra filosofia antica e Sacra Scrittura? Certo che sì.


Chi avrà modo di leggere il poema della natura di Eraclito, potrà fare una bellissima connessione con il libro del Siracide  (seguendo lo schema sottoindicato, che propongo per la lettura), il quale mette il lettore davanti ad una considerazione:
"Bisogna saper leggere con gli occhi dell'anima, la realtà oggettiva che ci circonda."

ERACLITO
Nasce ad Efeso nel V° secolo a.c. e scrive un'unica opera , un poema sulla natura in 50 frammenti e afferma che l'universo é permeato da un tutt'uno che costituisce la verità e che l'anima non ha limiti, invitando gli uomini a trascendere verso l'armonia e la sonorità cosmica dove tutto é libertà, amore, armonia.
In un passo del suo scritto così si esprime:
"La forza dell'armonia invisibile é più potente dell'armonia visibile"

LIBRO DEL SIRACIDE
Conosciuto anche come ecclesiastico, presenta tante connessioni con la filosofia antica ma, al capitolo 43.v.v. 32 c'é questa bellissima relazione con il poema della natura di Eraclito:
"Le cose nascoste sono molte e superano quelle descritte"

CONSIDERAZIONI
Eraclito scrive le sue considerazioni ben 4 secoli prima del libro del Siracide.
A noi spetta saper alimentare la nostra anima con le riflessioni eterne e saper trarre profitto dai paralleli tra i filosofi antichi che non conoscevano ancora la verità cristiana e la Sacra Scrittura, una miniera di sapienza e saggezza per l'anima in ricerca per le vie di questo mondo.

Concludendo, auguro a tutti i lettori di poter mettere in pratica questa riflessione di Eraclito:
"Cercate di fare spazio nel vostro visibile, all'invisibile, e saper discernere con gli occhi dell'anima la realtà contingente del quotidiano, per trascendere verso l'armonia cosmica dove tutto é armonia e libertà".

martedì 27 marzo 2012

E' bene sapere che...









In risposta alle tante  domande che mi vengono rivolte, comincio a rispondere a queste prime due:

  1. Donazione degli organi
Legato al momento della morte é il problema dell'espianto degli organi e del loro trapianto in persone che ne hanno bisogno. Per procedere all'espianto di organi si richiede, moralmente e legalmente, come condizione indispensabile la "morte cerebrale del donatore".
Il criterio della morte cerebrale é oggi universalmente accettato come sicuro da tutte le legislazioni che regolano i trapianti umani.
E' da incoraggiare e da promuovere la cultura della donazione degli organi come espressione di amore.
Un trapianto serve a salvare una vita umana e a elevare la qualità della vita del beneficiario.
Il donatore nella resurrezione della carne, lungi dall'avere un corpo mutilato, avrà un corpo reso più luminoso dall'amore che ha espresso scegliendo di donare qualcosa di sé:

 2.  EVOCAZIONE-SPIRITISMO
L'evocazione degli spiriti detta comunemente "spiritismo", consiste in quell'insieme di tecniche umane con le quali si cerca  di provocare una comunicazione sensibile con gli spiriti  e le anime separate per ottenere notizie ed aiuti".
Queste pratiche sono state proibite già nell'antico testamento e sono condannate dalla chiesa, in quanto contrarie alla volontà di Dio, il quale vuole che il credente si rimetta fiducioso a quanto Egli ha rivelato.
La Chiesa e di recente il Concilio Vaticano II, raccomandano invece di "Invocare umilmente le anime dei Beati e ricorrere alle loro preghiere, alla loro intercessione, per ottenere benefici da Dio".
Forzare le porte dell'aldilà non dà né appagamento né soddisfazione.

mercoledì 21 marzo 2012

Piccole luci ma anche poesie


Due piccole luci  da pubblicare, ma che in realtà sono poesie.


La prima é un ricordo commovente di una moglie per il marito, che se pur permeata di nostalgia e di  dolore,  é anche speranza di potersi un giorno ritrovare uniti, per l'eternità.

 Ed ora

Ed ora che il vento mi ha sbattuta
sulla torre del silenzio, non posso
immaginare un futuro senza te.
Amaro diventa il ricordo degli anni 
passati a costruire la nostra storia.
Una lunga storia d'amore.
Ora s'é aperto l'ultimo capitolo, 
ma non voglio, non voglio essere io 
a scrivere la parola "fine".
Come sarebbe bello, mano nella mano,
varcare la soglia del mistero e
rimanere uniti per l'eternità.
 Maria Bianchi

Mentre nella poesia che segue, troviamo l'inconsolabile dolore di una figlia per la scomparsa della mamma  che  non si arrende al pensiero di averla perduta per sempre.

E sei
E sei nell'aria che respiro
Nell'acqua che bevo
Nel fuoco che mi scalda
Nell'amore che mi resta
E sei nella quotidianeità più vuota
Sei nelle cose vestite di luce
Fatte dalle tue mani
Nei miei pensieri che tu hai fatto nascere
Buoni Ostinati Lacerati
Nei sogni voluti che svaniscono all'alba
Nelle stagioni vere
che cominciano e finiscono surreali
In questo inverno che sa di fiaba triste
accendo i miei fiammiferi
E sei...
Stefana Asnicar

venerdì 16 marzo 2012

L'alfa e l'omega




Una lezione sul valore della vita.

La vita di ogni uomo é racchiusa tra due date: quella della nascita e quella della morte, così si legge sulle lapidi dei nostri cimiteri: Nato il... morto il...
La persona si muove dentro questo spazio: incomincia a muovere i primi passi, recita la sua parte e poi scompare.
Il tempo invade silenziosamente la scena di questo mondo e cancella le tracce del passato di milioni e miliardi di persone, lasciando lo scenario di questo mondo pulito, perché altri scrivano la loro storia.
Così ad un tempo segue un altro tempo, ad una storia un'altra storia, ad un esercito di uomini un altro esercito, finché tutto scompare nel silenzio profondo della morte.
Dio corregge questo modo di pensare: ci fa sapere che la storia di ogni uomo inizia molto prima della sua data di nascita, e si prolunga oltre la data della sua morte:
"Prima di formarti nel grembo, io ti ho conosciuto; prima che tu uscissi dal seno, io ti ho santificato e ti ho costituito profeta per le genti" (Geremia 1-5,6)
Queste ispirate parole del  profeta Geremia hanno il potere di rendere trasparente la casa del tempo che abitiamo, e attraverso le pareti diventate cristallo, scorgere un paesaggio prima sconosciuto che da ogni parte si perde nell'infinito... in quell'infinito dove si é perso "naufragando dolcemente" il grande Leopardi con la forza di questi versi:
"Così tra questa immensità s'annega il pensier mio/ E il naufragar m'é dolce in questo mare".
Noi pensiamo, da poveri mortali, che la storia terrena racchiuda tutta la nostra vita, invece scopriamo che é solo il capitolo di una lunga storia che prende l'avvio dal mondo eterno di Dio e approda di nuovo a questo mondo, per vivere con Dio oltre la morte.

martedì 13 marzo 2012

Messaggi ironici dall'Aldilà

Lapidi che regalano un po' d'allegria.
Ho voluto far partecipe tutti voi che passate di qui, raccogliendo una selezione di lapidi ed epitaffi di persone che hanno accolto la morte con ironia e che, probabilmente, lasciandi disposizioni in tal senso, hanno voluto regalare un sorriso post mortem, a chiunque passi a trovarli.
Ecco esempi di immagini incredibili che provengono da luoghi normalmente associati a tristezza e dolore.

Barbara e il parchimetro
Che il "bit supremo" sorvegli il tuo sonno
  
Jonathan Blake, ha scambiato il pedale del freno con quello del  gas
Sal é il più grande elettricista di sempre
L'ho detto che non stavo bene

sabato 10 marzo 2012

Velo sì, velo no





Una gentile amica mi chiede:
"Molte ragazze italiane sono attratte dai musulmani. Eppure, chi é fidanzata vede quelle che hanno sposato uno di loro: vanno in giro con un fazzoletto in testa oppure velate, camminano dietro al marito con il capo chino. Tutta la nostra pratica per l'emancipazione femminile é andata a seppellirsi sotto un velo?"

Ho avuto modo di conoscere, cara amica, qualche tempo fa il prof. Ometto, docente di teologia cristiana e di islam sciita. Vive ed insegna in paesi islamici, soprattutto Persia, Iran, Palestina.
Lui é cattolico, sua moglie musulmana. Vanno d'amore e d'accordo. Però per un motivo ben preciso prima di sposarsi lui ne conosceva nel dettaglio lingua, tradizioni, religione (pur senza accettarla).
A chi non possieda questi requisiti (ovvero la quasi totalità dei casi) lui per primo sconsiglia il matrimonio misto: "Basterebbe evitarlo,-mi diceva- Non piace né a noi né a loro. Gli stessi musulmani sconsigliano le nozze con fedeli di altre religioni, a meno che questi non si convertano. Diversamente i loro figli sarebbero considerati illegittimi. Non basta: il costume e le leggi islamiche prevedono, sia pure non ovunque nella stessa misura, la preminenza del marito in varie decisioni ed in materia di eventuale ripudio della moglie. Come può capire da questa brevissima sintesi, la questione é più ampia del semplice Velo sì, velo no.
Mi pare anzi che l'invito alla prudenza, giuntoci dal professore sia assolutamente di buon senso.Facilonerie e pressappochismi, in questi casi, si rischia di pagarli cari. E' ciò che , in modo certamente più grossolano, ma efficace, ci raccomanda senza troppi accademismi, la saggezza popolare: Mogli e buoi dei paesi tuoi.
Non me ne voglia il gentil sesso dell'infelice accostamento, certamente non mio.

martedì 6 marzo 2012

Una presenza non presente






In questa piccola luce, sono rinchiusi tutti i sentimenti di dolore, rassegnazione e speranza universalmente comuni a chi purtroppo ha subito questa perdita: La mamma.

"Sono passati due anni, un'eternità da quando mi hai lasciato; ma per potersi rassegnare quest'eternità é troppo breve, dura solo un attimo. La rassegnazione é quella parola che ci accompagna in tutti gli eventi della nostra vita, ma che sicuramente non si può conciliare con la tua perdita.
La tua morte é più di un'assenza: é una presenza non presente.
C'é chi asserisce che la morte di un genitore é una cosa naturale: spesso sono quelli che non hanno ancora provato questa esperienza; e di tutte le parole affettuose che si dicono in questa triste circostanza, solo quelle di chi ha sperimentato in prima persona l'esperienza della morte danno conforto, le altre si fermano prima: non raggiungono il cuore.
Affermare che il tempo é un gran medico é una mezza verità. Il tempo da solo non guarisce. Anzi...
Io continuo a perderti ogni giorno... perché in quei momenti del quotidiano che vorrei condividere con te, sono rimessa di fronte dolorosamente alla tua assenza e riconosco con chiarezza il ruolo che hai svolto nella mia vita.
Anche il tuo silenzio, di fronte alle mie scelte di vita che non condividevi, ora come allora, é più eloquente di qualsiasi parola.
Solo la speranza, sorella inseparabile della fede, mi dà la certezza che tu mi vedi e mi ascolti ancora.
Sei il mio primo pensiero del mattino e l'ultimo della sera."

domenica 4 marzo 2012

Il mio ricordo per Lucio Dalla




Dalla sua morte improvvisa di quel giovedì 1 Marzo a Montreux all’età di 68 anni, mi viene questo lampo spirituale di verità.
In un’epoca in cui si cerca solo di apparire, prima ancora di essere, la sua morte, morte di un artista umile, semplice e generoso, fa crollare tutta la montatura dell’epoca: quella che imposta la vita solo sulla carriera e sul successo.
Dalla non è stato un “carrierista”, anche se aveva i numeri per esserlo, la sua morte m’insegna a ridere della serietà portata all’estremo, di coloro che si attaccano alla carriera, alla loro posizione, tanto da credersi insostituibili.
Il mondo va avanti benissimo anche senza di noi che amiamo emergere a tutti costi, facendone una filosofia di vita.
E pensare che i cimiteri sono pieni di coloro che si ritenevano indispensabili, insostituibili….
Perché non liberarci da questa schiavitù che si chiama giudizio degli altri, esteriorità, carriera?
“Tutto è vanità (Q0 1,2)" “Passa la scena di questo mondo” (1CO 2.7,31)
Ecco: l’unica cosa che non passa è la mia coscienza: esclusivamente di essa sarà intelligente e saggio interessarmi.
La fede che ho in comune con Lucio, mi porta a credere che la sua speranza, oggi sia certezza, comparendo davanti al Regista più grande, che ci attende misericordioso nella comunione dei santi.