lunedì 6 febbraio 2012

R.I.P. Una domenica d'altri tempi




Mi capita, certe volte, di pensare come potrei spiegare il diverso atteggiamento che esprimiamo nei confronti di ciò che accade nella nostra esistenza.
Per esempio, fra l'attuale sforzo (un po' incomprensibile) di rimuovere  ciò che spaventa e invece l'accettazione consapevole e sofferta che potevo notare, quando, decine di anni fa, ero ancora un moccioso, ma attento e curioso...Alla domenica pomeriggio, le mamme e tutto il resto della famiglia, si davano appuntamento al Cimitero per passare poche ore in santa pace.Forse i più giovani sorrideranno, ora sono ben altri i posti dove ci si ritrova e sicuramente più rumorosi.
Per noi piccoli di allora incominciavano le litanie del "non correre, non calpestare, non parlare a voce alta non...ed il dialogo il più delle volte, terminava con la minaccia o meglio con uno scapaccione al quale seguiva la predica:"Dai segui le cattive compagnie, vedrai cosa ti succederà, farai piangere la tua mamma":
Ma dove saranno finite le cattive compagnie? In questi tempi, coloro che si esibiscono nel commettere ciò che le antiche mamme proibivano sono considerati creativi, originali, espressivi, intelligenti, geniali (guarda il bullismo e dimmi se non é vero)
Intanto che le mamme fra un rosario e l'altro (in un improbabile latino) chiacchieravano di cose di donne, così dicevano loro, noi eravamo intenti ad esplorare i misteri del camposanto R.I.P.
Questa misteriosa sigla si trovava su quasi tutte le lapidi, ma noi sapevamo, certo che sapevamo, la sigla diceva sottovoce che i morti potevano venire di notte a tirarci i piedi se non si aveva il dovuto rispetto nei loro confronti. E anche nelle preghiere del mattino e della sera bisognava  ricordarsi di quelli che erano là. E poi quel non indicava un punto geografico, ma una situazione che oggi chiameremmo metafisica: cioè erano presenti anche se in modo diverso, pronti ad  osservarci con occhio benigno dalle loro lapidi di cemento o dalle foto appese alle pareti di casa.
Col tempo abbiamo appreso che R.I.P. significava: Riposi in pace.Bellissimo augurio, peccato che in questi tempi non sia più incisa sulle attuali  ricche lapidi di marmo, si dà per scontato che la pace ce l'abbiano già. Ma ci si dimentica che l'imperativo dell'acronimo oltre alla salvezza della loro anima, si riferisce anche a chi ha avuto con loro rapporti d'amore, ma soprattutto a chi non può non nutrire sentimenti di rivalsa d'acredine.
Oggi, altri sono i modi  per passare la domenica pomeriggio,  , ed é giusto che sia così, i tempi cambiano, ma l'unica certezza che rimane in eterno sta  proprio in questo:
R.I.P.

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